Gallery: Sass de Stria 2015
Sass de Stria 2015
Data: 21/06/2015
(Solstizio del ricordo)
Come riportano i vecchi diari: addì 21 giugno …. Percorriamo sentieri che ci portano a ricordare e a riflettere.
Siamo al Passo di Falzarego, e in questi luoghi sono nate molte leggende e che i toponimi ne sono testimonianza.
Sass de Stria: Sasso della Strega, che con la sua punta nei giorni di temporale i fulmini sono attirati come da una calamita, o forse da leggende popolari che narrano che nei prati e verso le valli si riunivano le streghe.
Ma torniamo ai tempi nostri, cento anni fa, qui si svolsero gli eventi di una immane tragedia: la “Guerra Granda”, il primo conflitto mondiale, che vide coinvolti, loro malgrado, valligiani cadorini e valligiani ampezzani.
Si parte, si sale e concentrati, come me, nei siti storici, a volte si perde la cognizione del tempo e l’orientamento: si perché ognuno di noi ha nei cassetti o in soffitta una foto di un soldato in grigio verde, trisavolo, bisnonno, nonno, che hanno combattuto nella Grande Guerra.
Si sale in mezzo a trincee, salendo scalette, per passaggi a volte stretti e resi viscidi da presenza di strette lingue di neve, ma la cima è raggiunta.
Come in ogni cima vi è una croce, ma questa croce ricorda le gesta di una pattuglia dell’ 81° Reg. fanteria Brigata Torino, che comandata dal Sottotenente Mario Fusetti il 18 ottobre 1915 conquistò questa cima, ma fu una missione impossibile: tutti morirono, ma con onore riconosciuto dagli avversari.
Si scende a valle e si visita il forte "Tra i Sassi": un bel museo che racchiude fra le sue mura ancora i segni della storia: qui nelle bacheche e nelle vetrine, soldati, in guerra nemici, sono assieme, per non dimenticare.
Come gli alpini” sempre avanti “ e si si riprende il cammino verso il sentiero che conduce alla galleria Goinginger: una galleria che in pendenza costante porta ad un sentiero ed ad una postazione che domina la valle verso il Lagazuoi ed il passo Falzarego.
Galleria che era illuminata elettricamente consentiva alle corvè di risalire senza essere avvistate fin quasi sotto la cima.
Percorrendo questi luoghi mi sembra ancora di sentire le voci dei soldati, sia austriaci che italiani, che bestemmiando e cercando di sopravvivere ai tuoni delle granate e al gracchiare delle mitragliatrici ebbri di grappa e di rum andavano all’assalto e che, hanno trascorso la loro giovinezza in questi luoghi, e per molti la loro giovinezza si è fermata lì: perché sono rimasti con le scarpe al sole.
GianCarlo.
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