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gita in Val Venegia
Data: 20/03/2022
In una bella e freddina giornata di fine marzo inizia una bella escursione ad anello che ci porta a scoprire i panorami che offre la Val Venegia.
Calzati gli scarponi, caricato in spalla gli zaini si parte a ranghi compatti prendendo un bel sentiero in mezzo al bosco. La neve sotto gli scarponi scricchiola e dopo una mezz'ora di curve e controcurve si sbuca in ampio pianoro.
Si sale un dolce pendio e poco dopo appare ai nostri occhi una visione di cime a 360gradi e poco dopo incomincia a prendere forma la sagoma della Malga Juribello.
La neve sotto i nostri piedi è compatta e il sole che si riflette sul manto nevoso crea un effetto “brillantini”.
Ci si alza di qualche metro e buttando lo sguardo verso la cima del monte sopra noi si scorge un branco di circa una ventina di camosci che, saltano, corrono, si fermano a guardare ed infine spariscono dietro una selletta.
Si continua in salita seguendo le tracce di una stradina, guardando verso la valle dietro di noi appaiono le cime Juribrutto e Cima Bocche con i contrasti del nero della roccia e il bianco della neve.
Dopo aver attraversato piste da sci e proseguito su dolci pendii con uno strappo finale si arriva alla Capanna Cervino e qui nuovi panorami fra il Passo Rolle e il Colbricon con in fondo il Paneveggio.
Si fa una breve pausa per una bevanda calda e un po di cioccolato e si riprende il cammino per una stradina ripida che ci fa apparire man mano la maestosità del Cimon della Pala, cammino che ci porta a raggiungere il punto più alto dell'escursione la Baita Segantini, dove vi sono numerosi escursionisti, come gli scialpinisti, chi come noi con scarponi e ciaspe che fino adesso non sono servite. Qui si fa una bella pausa per il pranzo, e per una bella foto di gruppo.
La neve è ancora compatta quando si riprende la strada che scende verso la Val Venegia, (ci sono ancora le tracce che abbiamo lasciato io Christian e la cagnetta Luna il giorno della ricognizione),si perde quota con ampi tornanti, e alla nostra destra appaiono canaloni segnati da recenti scariche di neve,e alzando lo sguardo le belle cime che tra bianco e rosa ci invitano alla contemplazione e a scattare qualche foto ricordo.
Si scende pian pianino con qualche “scurton”, fino a dove la strada spiana e dai versanti innevati
spuntano massi e larici che in fila indiana risalgono i pendii.
Si arriva alla Malga Venegiota, la neve incomincia a smollare, ma il fondo è duro, comunque nei punti dove si trova qualche lastra di ghiaccio con un po' di cautela si passa, dietro le nostre spalle il panorama ci introduce in un mondo di fiaba.
Più avanti la visuale si allarga e si risale la stradina sulla destra che porta alla Malga Venegia, un enorme fabbricato agricolo adibito ad agriturismo, dove ci si ferma per una breve pausa e per scaldarci al sole.
Venti minuti dopo siamo alle auto e caricati armi e bagagli si prende la strada del “Davai”, dopo Agordo si fa una capatina alla birreria per un terzo tempo in allegria.
Ritornati infine a Vittorio ci si saluta e ci si dà appuntamento per una prossima gita che avverrà il 3 di Aprile in un ambiente un po' anomalo per gli escursionisti: L’ Oasi naturalistica di Vallevecchia, come dire dai 2170 metri della Baita Segantini ai “2” metri dell'Oasi di Vallevecchia.
Un grazie a tutti i partecipanti per la bella compagnia e per le belle ore passate insieme, da parte mia e dal mio secondo Christian.
Ciao a tutti alla prossima e buona montagna da parte di GianCarlo.
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