Articoli: Che notte quella notte!

Che notte quella notte!


Data: 05/07/2009
Ambito: Gruppo Speleo

Tre del pomeriggio del giorno tanto atteso. Siamo io (Andrea "Killer"), Stefano detto "Cèn" e Valerio "Leo". Apro il tombino e una ventata gelida sferza il mio viso. Così ci dà il benvenuto il Bus della Genziana o meglio Genzi come lo chiamo affettuosamente io. Quest' anno è la sesta volta che scendiamo verso il fondo e  oggi sembra ci sia la concreta possibilità di trovare una prosecuzione.
Siamo carichi all' inverosimile, pieni di voglia di fare, neanche si parla quanto è alta la concentrazione e la smania di raggiungere l' obiettivo. In circa tre ore siamo a quota -500m dall' ingresso, abbandoniamo il ramo principale e ci addentriamo lungo la galleria fossile che ci porterà verso il “fondo alto”. Lungo le pareti ci sono scritti sull' argilla i nomi di chi trent' anni fa esplorò  questo luogo e mi piace immaginare che anche loro oggi siano qui a fare il tifo per noi. La progressione è difficile, gli ambienti sono ricoperti di una quantità impressionante di melma. Lo stivale affonda nel fango per l' ennesima volta, non riesco a disincagliarlo, impreco: “ c...o! É l' ultima volta che torno in questo posto di me..a! Chi me lo fa fare!”. Il Cen ride, è la stessa frase che dico ogni volta e sa che ogni volta riuscirà a convincermi a tornare.
Scendiamo di nuovo quel pozzo da 20 metri che la volta precedente ci sembrò una sfida  impossibile. Ricordo ancora quando, ormai pronto a rinunciare, alzai gli occhi al cielo in segno di sconfitta e vidi, proprio sulla verticale del pozzo, un tetto di roccia compatta sgombro dal fango che mi permise di scendere nel centro della grande sala terminale.
Ora siamo di fronte la galleria parzialmente allagata che si trova in fondo alla sala. Valerio mette in atto il suo piano. Dal sacco escono un fornello da campeggio, asciugamani, cambio completo. Si spoglia riponendo ordinatamente tuta e sottotuta in un angolo. Se non fosse per il casco, sembrerebbe pronto per il bagno di mezzanotte nel caldo mare estivo, invece siamo a -600m all' interno del Massiccio del Cansiglio. Tocco l' acqua e un brivido attraversa il mio corpo.
”Valerio sei proprio sicuro di volerlo fare?”. 
“Certo” mi risponde come fosse la cosa più naturale del mondo. In un attimo è in acqua e passa la strettoia.”Continua” è l' urlo al di là del laghetto. Voglio buttarmi anch'io e il Cen a stento mi trattiene. Passano attimi che paiono un' eternità, non sento parlare ed inizio a preoccuparmi. Dopo cinque minuti ecco un fascio di luce, lo sguazzare nell' acqua. “Niente ragazzi, la galleria continua ampia per una quindicina di metri poi sifona in un lago”. Valerio esce velocemente, accende il fuoco, si asciuga, si veste e prepara i soliti tortellini.
Il Cen ed io cambiamo zona, andiamo a completare una risalita iniziata la volta precedente. La progressione in artificiale è difficile, il fango non ci abbandona mai, la roccia non è per niente buona. A circa 15m sopra il fondo della sala, arriva Valerio a darci man forte. Arma un piccolo traverso, imbocca una galleria in ripida pendenza e scompare dietro una curva. Sono momenti di grande euforia, non sto più nella pelle. Dopo alcuni minuti ecco il fascio di luce, il rotolare di sassi e Valerio spunta con una faccia che non promette nulla di buono:”Niente, chiude su frana”.La delusione è grande.
È mezzanotte, iniziamo il rientro. La stanchezza e la sonnolenza si fanno sentire, procedo lentamente, i pozzi da risalire sembrano infiniti. Raggiungo Valerio in cima al pozzo da 36 metri mentre il Cen è ancora intento a disarmare, siamo ancora a quota -480 metri. Mi rendo conto che c'è qualcosa di strano, un rumore sordo sembra si avvicini. Ho il cuore in gola, io e Valerio ci guardiamo negli occhi, capiamo cosa sta succedendo ma nessuno dei due ha il coraggio di esternarlo. Il rumore diventa più forte, guardo il livello dell' acqua... merda sta crescendo! Sento gridare il Cen da sotto: “ Qui l' acqua aumenta!”. “Cen, molla tutto, andiamo via!” urlo con tutto il fiato che ho. Il Cen esce dalla cascata d' acqua, è fradicio. L' adrenalina è a mille, la stanchezza scompare. Risaliamo la forra veloce come non mai. L' arrivo al pozzo da 70 metri è una liberazione. Tiro un sospiro di sollievo, non c'è nessuna cascata che impedisca la risalita. Ben presto la spossatezza prende il posto dell' adrenalina. Passano le ore, i pozzi, i meandri, la grotta sembra non finire mai.
 Alle nove di mattina riesco finalmente a mettere la testa fuori dal tombino, c'è il sole, neanche l' ombra del temporale notturno. Mi siedo un attimo sul muretto a lato strada per assaporare il tepore dei primi raggi mattutini e i suoni della foresta prima che arrivi l' orda dei turisti della domenica.
Una pacca sulla spalla ai miei grandi amici e compagni di avventura e ci avviamo lungo la strada stanchi, infangati, felici, fieri. Ciao Genzi,  la prosecuzione non l' abbiamo trovata, ma sappi che non ci arrendiamo, SIAMO SPELEO! 
Andrea "Killer" G.S. CAI V.V.


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Andrea "Killer"
Andrea "Killer"

Il cenone del sabato sera a base di caldi tortellini è servito al freddo del "Fondo Vecchio" in Genziana!!!
Il cenone del sabato sera a base di caldi tortellini è servito al freddo del "Fondo Vecchio" in Genziana!!!

Valerio "Leo"
Valerio "Leo"

Stefano "Cèn"
Stefano "Cèn"