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Troi dell'Ont


Data: 06/07/2021

È una calda giornata di inizio luglio quando quattro escursionisti su cinque risalgono la strada che porta al Passo di San Boldo, un’ opera di ingegneria stradale fra le più belle che con i suoi tornanti e le sue gallerie collega il paese di Tovena alla Valbelluna e che venne costruita in soli cento giorni, nel 1918, dai genieri dell’ esercito austro ungarico.
Raggiunto il Passo di San Boldo ci si prepara per l’escursione ed in perfetto orario si incomincia a salire il sentiero che in mezzo al bosco ci porta dolcemente ad una casera da dove si apre il panorama sulla valle sottostante con i vari paesi che sparsi si aprono nella Valbelluna, con le montagne delle Dolomiti bellunesi che fanno da contorno.
Poi si sale un po’ più ripidamente per arrivare fino alla Masettina per poi passare per il Fontanel dell’ Ano, un percorso misto fra stradine e sentiero.
Dopo un ultimo strappo si giunge comodamente al Bivacco dei Gai, una casera rifugio in Comune di Trichiana, dove si fa una meritata pausa pranzo ammirando il panorama dove spiccano in lontananza la Schiara, il Monte Serva ed il Col Visentin con il Piave che corre in valle.
Salendo fin qui si possono notare ancora i segni che la tempesta Vaia ha procurato ai boschi.
Si riprende il cammino per salire fino al Monte Cimone che divide il versante bellunese dal versante trevigiano e dove fino agli anni settanta del secolo scorso sorgeva una casermetta dell’ esercito americano come stazione radio della base missilistica del Cansiglio e l' aeroporto di Aviano. Da qui il panorama spazia sulla Val Solera e verso il Torresel e si possono vedere i laghi di San Giorgio e Santa Maria.
Da qui scendendo verso il Torresel si nota in lontananza, su un prato un capriolo che tranquillo pascola, mentre in cielo vi è una battaglia aerea fra una poiana e un gruppo di cornacchie, poi inizia la parte avventurosa del percorso, che per tracce ripide di sentiero boscoso ci porta fino ad una strada forestale che ci permette di ritornare al luogo da cui è iniziata l’ escursione. Dopo i saluti di rito ci si dà appuntamento per un’ altra avventura.
Un ringraziamento va fatto all’ accompagnatore Carlo che ci ha portato a conoscere dei luoghi che fanno parte della storia contadina e della toponomastica di questi.



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