Èuna giornata di inizio primavera, il cielo è sereno, ci si trova inuna decina a fare un’escursione alle pendici del Col Visentin:l’itinerario del calendario salta poiché i sentieri sono ancorainnevati.
Cisi trova in una decina in piazza a Revine e salendo per la via Crucissi arriva alla chiesa di San Francesco da dove si gode un belpanorama verso la valle sottostante.
Prendendoun sentiero delle musse si raggiunge la chiesetta della Madonna dellaneve immersi in una fioritura primaverile.
Sicontinua ancora e fra colori che vanno dal giallo al viola ed inbreve si raggiunge un sito dove un tempo sorgeva un roccolo, brevesosta con spiegazioni varie e poi si continua il percorso fino araggiungere il borgo Previdal alto e qui cambia di nuovo il panorama,purtroppo una leggera foschia non ci permette di ammirare un belpaesaggio. Qui fino agli anni settanta del secolo scorso vi sisvolgeva la fienagione e la monticazione del bestiame, oggi rimangonosolo le costruzioni semiabbandonate o usate come casere o basi diappoggio per chi vien fin quassù a pulire il bosco.
DaBorgo Previdal si prosegue verso Fais passando sotto Borgo Colon,Borgo Olivi ,
frasentieri e strada, per giungere al luogo di sosta in quel di BorgoMenegon.
Dopouna breve pausa pranzo in un luogo panoramico di Borgo Menegon siscende verso Croda Rossa e qui proseguendo per Forcal si prosegueverso Longhere proseguendo per un sentiero che racchiude i segretidelle vecchie corti.
Giuntia Col di Spina, verso case Della Giustina si scende di nuovo aRevine.
Quelloche ho appena descritto è un percorso fra natura e storia dellaciviltà contadina, dove i nostri nonni e bisnonni dalla magra terrariuscivano a mantenere la famiglia, mentre altri emigravano in terrelontane per poter sopravvivere.