Gallery: Monte Paterno 2015
Monte Paterno 2015
Data: 19/07/2015
(Sulle orme di Innerkofler e De Luca)
In una bella giornata di metà luglio ci troviamo in ventuno a percorrere sentieri che ricordano la nostra storia o meglio la storia di un secolo fa.
Il luogo questa volta è la zona delle Tre Cime di Lavaredo e in special modo il Monte Paterno o come lo conoscono i sud tirolesi Paternkofel.
Prima di passare a descrivere il percorso occorre fare un cenno storico (fra storia e leggenda).
Sepp Innerkofler era una guida alpina di Sesto Pusteria e come conoscitore della zona venne militarizzato e fu a capo delle così dette pattuglie volanti.
Il 4 luglio 1915 fu mandato a conquistare il Monte Paterno e giunto alla cima vi trovò la morte per mano dell’alpino Pietro De Luca.
Pietro De Luca è un alpino della 268.a compagnia del Btg. Val Piave del 7° Regg. Alpini, nato a Valmareno , vicino a Follina: si racconta che, scorto Innerkofler lungo un canalino gettò un masso e questa fece precipitare il nemico che così trovò la morte.
Raggiunto il Rif. Auronzo inizia la nostra avventura in una bella giornata di sole: percorrendo la comoda strada, che costeggiando le Tre Cime, avvolte da uno stormo di gracchi svolazzanti, si giunge alla Forcella Lavaredo, dove si formeranno due gruppi: uno il più numeroso, percorrerà il sentiero attrezzato, l’altro il sentiero che aggirando il Paterno giunge ai Laghi di Cengia.
Si sale verso la Forcella Passaporto, dopo aver indossato imbrago, set da ferrata e caschetto, e giunti alla galleria delle mitragliatrici e percorrendola, inizia l’escursione.
Per cengia attrezzata si raggiunge alla Forcella del Camoscio, la comitiva compatta procede in silenzio, solo il click clak dei moschettoni rompono il silenzio, e dopo un tratto verticale siamo tutti in vetta.
Sulla cima si ammira un panorama stupendo che con un giro a 360° ci fa ammirare le più belle vette delle Dolomiti. Foto di rito e poi si scende per continuare la nostra avventura. Scendendo lungo il sentiero ho un qualchecosa nella mente, che ho letto in un libro, infatti: mi ricordo una frase di Angelo Manaresi che commemora a suo modo la guida alpina Innerkofler morto su questa cima e che dice: “…Sepp Innerkofler, la leggendaria guida di Sesto si aggira cauto e silenzioso come un gatto, audace come una belva fra i colossi di pietra in mezzo ai quali è nato: soldato dell’Imperatore, ma soprattutto delle sue Montagne… “.
Si prosegue quindi, con vari saliscendi attrezzati fino alla Forcella dei Laghi e infine alla Forcella Pian di Cengia, i panorami mozzafiato riempiono le schede di memoria delle fotocamere, ma soprattutto rimangono impresse nella mente di ogni gitante. La mia impressione è quella di essere preso per mano da dei fantasmi e guidato lungo un sentiero carico di storia: e si giunge infine al luogo di incontro con il resto della comitiva.
Un sentiero ripido che percorre la Val di Cengia, che da pietroso si trasforma pian piano in bosco ci porta in Val Marzon, dove dopo un tratto di strada la nostra avventura termina.
GianCarlo
chiedi informazioni
Partenza dal rifugio Auronzo
Gracchi volano attorno alle 3 cime
Ricordi della grande guerra
L´Angelo dei Caduti
Il gruppo 1 sale verso la galleria delle mitragliatrici
La galleria delle mitragliatrici
Inizia l´avventura
Verso la forcella del Camoscio
Forcella del Camoscio
In vetta al Paterno
Le 3 Cime dalla vetta
Panorama
Inizia la discesa
Foto del gruppo 1
Gruppo 2: lago dei Piani
Il gruppo 2
Laghi di Cengia
uno qua, uno la, uno su, uno giù, uno contento, uno felice......
l´inizio della val di Cengia
Acqua fresca
un pò di riposo
Farfalla su un fiore di Arnica
...e alla fine...
...festa.