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Sentiero delle Vedette


Data: 20/01/2019

In programma c'era la ciaspolata, ma la situazione neve è tale che vicino a noi c'è solo un spruzzata bianca... poco per affondare scarponi nel bianco manto. Si valuta di fare un viaggio lungo; a larga maggiornaza si decide di ritentare con la data di febbraio. 
Con queste premesse sembrerebbe un ripiego, la scelta del "Sentiro delle Vedette", da Col San Martino a Soligo. E invece no, come spesso accade, le "perle fuori porta" manifestano la loro ricchezza con roboante sorpresa. Mentre il paesaggio passa dai vigneti, ai boschi luminosi, con creste che ci offrono scorci su l'una e l'altra valle, tra casere incantevoli e ripide cime che ci fanno venire il fiatone, la mente trova succose esperienze di conoscenza degli alberi: il bagolaro dalle possenti radici spaccasassi, la vite che si accontenta di terre magre e poverissime d'acqua, la quercia che finge che sia autunno per tutto l'inverno, il castagno che ci regala l'esperienza di raccogliere e mangiare castagne appassite crude. 
Ma il nostro è anche un viaggio nel tempo, in molti "tempi" diversi: milioni di anni fa, un costa di un mare profondo con un fiume dall'ampia foce, probabilmente a delta che ha depositato conoidi di ghiaie che sono diventati conglomerati; tremila anni fa, popoli (meno primitivi di quanto pensiamo) che commerciano con "genti del nord" in un territorio assai poco antropizzato; nell'epoca dell'Impero Romano, con strade e un nuovo concetto di civiltà... fino ad arrivare più prossimi a noi, con la terribile occupazione degli austriaci del 1917 che qui fece un punto di vedetta. Poi il paesaggio ci propone anche meravigliosi scorci di vigneti spettacolari che ci riportano a uomini che in epoche non molto lontane hanno ralizzato terrazzamenti e modifiche del territorio.
Con sorpresa, ancora una volta, troviamo un tesoro fuori della porta di casa.  


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