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Ponte Tibetano più lungo del mondo
Data: 06/08/2016
Un’ avventura in terra piemontese fra imprese avventurose e sacralità di luoghi.
Si parte di buon mattino e si percorre da est ad ovest tutto l’arco alpino, ci viene in mente la famosa tiritera che ci insegnavano alle elementari per imparare i nomi dei gruppi alpini (Ma con gran pena le reco giù), e fermandoci in Piemonte in quel delle Alpi Cozie, per la precisione la Val di Susa.
Il sole sorge alle nostre spalle e le montagne si stagliano alla nostra destra, al centro, a seconda dell’andamento dell’autostrada.
Dopo Milano si incominciano a vedere le bianche cime dei primi quattromila e lontano lontano fa capolino anche il Monte Bianco.
Si giunge a Torino e si risale la Val Susa fino a Claviere, dove scorre ancor giovane la Dora Riparia.
Qui inizia la nostra prima avventura escursionistica e non solo: Il ponte tibetano più lungo del mondo e la ferrata dei militari detta anche dei bunker.
Dopo una breve lezione da parte dello staff che gestisce la manutenzione del ponte e delle varie attività, inizia il percorso, prima per un sentiero e poi sul ponte, che ondeggiando sotto l’incalzare dei passi dà un senso di mal di mare, sotto di noi il vuoto tra un piolo e l’altro e giù lo scrosciare della Dora Riparia affiancata da un bel sentiero che scende a valle.
Tra ondeggiamenti vari, foto e aggancia e sgancia moschettoni, si arriva al penultimo troncone del ponte tibetano, qui chi vuole percorre una breve via ferrata, a volte esposta, che ci riporta all’ultimo troncone di ponte seguendo un sentiero militare.
Mi ritrovo sospeso in parete a percorrere la ferrata, in fondo il fiume, poi una scala in metallo delle gallerie ed infine il sentiero e l’ultimo pezzo di ponte.
Il gruppo si ricompatta e dopo breve pausa si scende per comodo sentiero fra pareti strapiombanti e palestre di roccia, ponticelli e scalette in cemento fino al pullman.
Si giunge infine ad Avigliana, un bel paese ricco di storia e tradizioni, dove in un ostello che è tappa della via Francigena, ceneremo e pernotteremo.
La serata si passa in allegria, e dopo cena si fa una breve passeggiata fino al castello, dove sotto di noi appaiono le luci di Torino e verso Susa, come sospesa nell’ aria, illuminata la Sacra di San Michele, qualche scia luminosa in cielo, sono delle stelle cadenti.
Il giorno dopo, dopo colazione, e di buon’ ora si parte alla volta di Sant’Ambrogio di Torino per salire alla Sacra. Giunti a Sant’Ambrogio si formano due gruppi: uno sale per la mulattiera e l’altro attraverso la ferrata Carlo Gorgia per poi riunirsi e visitare l’abbazia.
Io percorro la mulattiera che mi ricorda un po’ il tracciato di Santa Augusta, mulattiera che è anche una via crucis. Si sale piano piano sempre all’ombra di varie essenze, un fontana chiamata fontana del CAI e poi si sbuca sul piazzale della Sacra.
Qui si fa qualche foto verso le valli sottostanti e poi come un cacciatore riesco ad immortalare uno ad uno quelli che sbucano dalla fine della ferrata.
Poi in buon ordine si segue la descrizione della nostra guida, che durante la visita ci spiega in modo esaustivo la storia, le leggende e gli aneddoti che riguardano la Sacra di San Michele. Si riprende poi la strada che ci riporta a casa stranamente il traffico non è così intenso e dopo qualche sosta tecnica siamo a Vittorio.
Breve storia della Sacra di San Michele
La Sacra di San Michele sorge sul monte Pirchiriano e la data di costruzione è incerta, si parla del 996 in alcuni scritti mentre in altri si va dal 999 al 1003.
Il nucleo dell’ edificio è formato dall’ Abbazia, a cui si sono aggiunti nei secoli seguenti la Foresteria XI sec., il Monastero Nuovo tra il XII e il XIV sec., la Nuova Chiesa tra il 1148 e il 1170 e la torre della Bell’ Alda
La torre Bell’Alda venne aggiunta in seguito alla costruzione del Monastero Nuovo.
Si narra che della Bella Alda, da cui prende il nome.
Si narra che la ragazza per sfuggire a dei soldati di ventura si lanciò dalla torre rimanendovi illesa.
La stessa riprovò, questa volta per vanità e per soldi, a buttarsi nuovamente dalla torre, ma finì sfracellata sulle rocce sottostanti.
Il Gruppo Escursionismo ringrazia tutti i partecipanti alla gita.
GianCarlo
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Arrivo del ponte tibetano
Informazioni sul percorso
Il nostro capo
Inizia l´avventura
Il ponte è vicino
Duello fotografico aereo
Il ponte fa una curva
Fiore di Semprevivo
La Dora Riparia
Partenza della ferrata dei Bunker
L´immancabile striscione
Ci si saluta
Il ponte visto dal basso
Palestra di roccia
La piazza di Avigliana
La Sacra vista da Sant´Ambrogio
La mulattiera che porta alla Sacra
Fontana del CAI
La Sacra di S. Michele
Il gruppo ferrata
La guida racconta
La scala dei Morti
S. Cristoforo
Plastico di com´era la Sacra
La torre bell´Alda
Un particolare
Piantina della Sacra