In una splendida e soleggiata giornata di inizio primavera 25 temerari gitanti hanno iniziato a percorrere i sentieri coperti da una spessa coltre di neve.
Luoghi ricchi di storia quelli che dal Castello di Andraz portano al Passo Sief.

Calzate le ciaspe pian piano il gruppo si sgrana per il sentiero che incomincia a salire dolcemente. Superato il tratto più ripido del percorso si apre il mondo.
I panorami, spaziano sui Lastoi del Formin, sul Nuvolao e girando in senso orario, sul Monte Pore, sui Sett'sass, sul Lagazuoi, sul Sass de Stria e in un pianoro si intravede il Forte tra i sassi.

Una sagoma scura fra il biancore della neve. Oggi questo forte racchiude un museo sulla Grande Guerra.

La neve è buona come consistenza, anche se fa caldo e qua e la spuntano delle macchie fra il rosso e il giallo dovute alla sabbia del Sahara.

Dopo due ore di tranquillo cammino si giunge sotto ai Sett'sass dove, in un bel Tabià adibito a ricovero ci fermiamo riparati dalle folate di un dispettoso vento che incomincia a soffiare. Qui si fa la pausa pranzo e dopo un oretta si riprende l'escursione. Il vento intanto incomincia a soffiare forte, siamo presi di lato e quindi ci è difficile procedere celermente e l'equilibrio è messo a dura prova.
Persa quota i pianori lasciano posto al bosco e in qualche radura sono presenti dei Tabià sommersi dalla neve e a volte schiantati dal peso del bianco mantello.
Pian pianino si perde quota e in perfetto orario si giunge al punto da dove abbiamo iniziato la ciaspolata.

Si rientra alla base che è ancora chiaro e ci si dà appuntamento per le prossime escursioni.

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