Articoli: AGGIORNAMENTO IN CARNIA

AGGIORNAMENTO IN CARNIA


Data: 30/07/2009

"Carnia, da terra di confine a cerniera d’Europa. Aspetti antropici e naturalistici delle Alpi Orientali”, questo il titolo dell’aggiornamento nazionale per operatori naturalistici che si è svolto dal 28 luglio al 1 agosto scorso nella verde cornice della Carnia, storica terra di confine, divisa tra Italia, Austria e Slovenia, e nel contempo unita nella sua forte identità. Il tema, estremamente attuale, all’indomani dell’ingresso della Slovenia nell’unione Europea e della conseguente caduta dell’ultimo doloroso confine di questa parte d’Italia, è stato affrontato da una pluralità di punti di vista. Il quadro storico antropologico è stato introdotto dal Presidente Generale, Annibale Salsa, che con un efficace e chiarissimo excursus storico, si è soffermato sui concetti di “frontiera” e di “confine”, sottolineandone le caratteristiche di chiusura/barriera e di apertura al vicino. Nell’arco dei cinque giorni ai quasi settanta operatori naturalistici provenienti da tutta Italia è stato illustrato, da parte di relatori estremamente preparati e carichi di entusiasmo, come la Carnia sia un punto focale di passaggio e cerniera non solo fra popoli e culture, con le piccole e grandi vicende dei monti, degli uomini e delle donne che hanno vissuto in questo lembo d’Italia la durezza della prima guerra mondiale, ma anche relativamente all’aspetto vegetazionale e faunistico, sia per la  microfauna, che per i grandi carnivori. Gli interventi teorici sono stati  arricchiti dalle giornaliere uscite sul territorio, che hanno coinvolto i partecipanti con la gran varietà di vegetazione floreale giunta al culmine del suo splendore, con i boschi secolari da sempre risorsa insostituibile per gli abitanti di queste terre, con la selvaggia bellezza che ancora caratterizza il paesaggio carnico. La visita alla cava di marmo rosso di Verzegnis ci ha riservato anche l’emozione di veder volare sopra le nostre teste i maestosi grifoni. Al di là degli aspetti naturalistici, le sensazioni più  forti che questa “terra di confine e cerniera d’Europa” ha saputo far vivere in tutti i partecipanti  in maniera estremamente coinvolgente e toccante, è stata la visita guidata al Museo Storico all’aperto sul monte Pal Piccolo, teatro di tragedie umane nel corso della Grande Guerra dal 1915 alla fine dell’autunno del 1917: non una semplice visita in veste di turisti staccati nel tempo, ma un doveroso pellegrinaggio sul tragico suolo insanguinato dai giovani Alpini e Finanzieri reclutati e mandati lassù da ogni regione d’Italia, e dagli altrettanto giovani Austro-Ungarici. Essendo rappresentate tutte le regioni, posso dire che tutta l’Italia ha reso omaggio a queste giovani vite spezzate prematuramente e, forse, anche senza un valido “perché”.
L’accoglienza riservata alla “pacifica invasione” di ON nel tranquillo borgo di Paularo è stata la più calorosa che ci si potesse immaginare: con la grande gentilezza e discrezione che caratterizza questa piccola comunità ai confini con l’Austria. L’organizzazione del Comitato Scientifico Veneto Friulano Giuliano e delle sezioni carniche è stata ottima. Il resto è stato fatto dalle persone, uomini e donne, operatori volontari del CAI, innamorati della montagna e dell’ambiente che, nel ritrovarsi ogni anno riannodano, da ormai 10 anni, quel sottile ma forte filo rosso che lega gente lontana, che accomuna esperienze differenti e arricchisce sempre un po’ ciascuno di noi. Il gruppo, infatti, si è ricostituito nel 1999 con il corso della Sicilia; da lì si è rafforzato, è cresciuto nel 2002 con il nuovo corso nazionale e poi con i vari corsi regionali, fino a contare attualmente oltre un centinaio operatori naturalistici.

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