"Storie de 'na olta", storie vecchie. Vecchie pietre posate a mano per stabilizzare il fondo di una mulattiera che era la via principale di collegamento di due valli: la val Cellina e la valle del Piave (anzi, della Piave, come si diceva una volta). Troi di muli, per portare quelle poche cose che si potevano vendere, e quelle ancor meno che si potevano comprare, mentre più su una teleferica faceva scendere il legname e il carbone. Già, Casso era paese di carbonai, che veniva giù a Codissago per essere venduto in pianura, o a Venezia. Codissago paese di Zatteri (Zatér), esperti costruttori e governatori di zattere, che il legname lo trasportavano, con il carbone di Casso e il ferro del Zoldano verso la pianura, verso Venezia. Storie di alberi abbattuti a mano (alcuni enormi, dal diametro di oltre tre metri!), di fatica immensa, di vita magra, freddo e fame. Pietre vecchie di un paese che dopo secoli di sofferenza ha visto passare l'onda sopra, come un fantasma, e ritornare poi, meno cattiva, a riempire le case, ma senza distruggerle. Quell'onda, il Vajont, ha seminato morte e distruzione più giù. Ma anche qui ha rotto qualcosa: non solo le case, che per decenni sono rimaste così; ha rotto qualcosa dentro i cuori. La gente se né andata, piano piano ma inesorabile. Longarone non c'era più, Casso é morto lentamente. Fino a pochi anni fa, e queste sono storie giovani. Qualcuno ha iniziato a sistemare le case, poi i viottoli... C'é qualche turista, che viene a vedere la diga e a sentire le storie di una volta, come noi. C'é un bel museo a Codissago che racconta le storie degli Zatteri. C'é un bel sentiero, che passa per un ancora diroccato capitello di S.Antonio, che passa sopra la diga, tra i boschi dei carbonai e tra le "storie de 'na olta"...

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